venerdì, Aprile 19, 2024
SpecialitàendocrinologiaStress ossidativo e osteoporosi

Stress ossidativo e osteoporosi

In una recente metanalisi sembra sia stata messa in luce una possibile correlazione tra i livelli di stress ossidativo e l’insorgenza dell’osteoporosi post-menopausa

Lo stress ossidativo sembra essere coinvolto nel processo scatenante dell’osteoporosi, ma ad oggi non è stato ancora possibile ottenere una visione completa dei reali effetti di questo processo nello sviluppo della patologia.

Un gruppo di ricercatori ha condotto una metanalisi volta a comprendere il maggior numero possibile di studi clinici focalizzati sul ruolo dello stress ossidativo nell’osteoporosi, rilevando che il ruolo di questo fenomeno è tutt’altro che secondario nella predisposizione alla malattia.

Una ricerca meticolosa nei precedenti studi

La metanalisi ha preso in considerazione 36 studi clinici i quali, nel complesso, hanno coinvolto più di 5000 soggetti e di cui più di 2000 erano donne affette da osteoporosi post-menopausa. Gli studi sono stati individuati mediante ricerca sulle principali banche dati (PubMed, EMBASE e Web of Science) e selezionati mediante l’utilizzo di criteri ben specifici come:

  1. L’inclusione nello studio di donne a cui è stata diagnosticata osteoporosi post-menopausa.
  2. Studi nei quali la diagnosi di osteoporosi post-menopausa fosse in rispetto delle ultime Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute (World Health Organization, WHO).
  3. L’analisi di biomarcatori legati all’osteoporosi post-menopausa, trai i quali lo stato ossidativo totale (total oxidant status, TOS), il potenziale antiossidante totale (total antioxidant power, TAP), l’indice di stress ossidativo (oxidative stress index, OSI) e altri.

La correlazione fra l’osteoporosi e i livelli di stress ossidativo

Una volta analizzati, i risultati della ricerca hanno permesso di evidenziare un aumento dei valori di OSI, malondialdeide (MDA), dei prodotti proteici dell’ossidazione tardiva (advanced oxidation protein products, AOPP) e della vitamina B12. Allo stesso tempo, sono stati rilevati livelli ridotti del TAP, dello stato anti-ossidativo totale (total antioxidative status, TAS), acido urico e folato.

Nel corso dello studio sono stati analizzati anche i tre principali enzimi che concorrono al mantenimento dei livelli delle specie reattive dell’ossigeno (reactive oxygen species, ROS), quali la superossido dismutasi (superoxide dismutase, SOD), catalasi e la glutatione perossidasi (glutathione peroxidase, GPx). Sia l’attività delle catalasi che quella delle GPx era aumentata nei pazienti con osteoporosi post-menopausa, mentre i livelli sierici di SOD non hanno mostrato cambiamenti significativi.

Sono stati valutati anche i livelli di MDA, AOPP e acido urico. I primi due sono risultati essere più elevati nei pazienti con osteoporosi, mentre quelli dell’acido urico erano più bassi del normale. È stato ipotizzato in diversi studi che l’acido urico sia coinvolto nei processi antiossidanti e potrebbe avere un ruolo nel recupero osseo da traumi e fratture proprio per questa sua peculiarità. Questo spiegherebbe il perché siano stati riscontrati bassi livelli di acido urico rispetto alla norma nel gruppo di pazienti con osteoporosi.

Essendo coinvolti infine anche fattori nutrizionali nella predisposizione dei soggetti anziani allo sviluppo dell’osteoporosi post-menopausa, nell’analisi sono stati studiati anche i valori di omocisteina (homocysteine, hcy), vitamina B12 e folati. Sebbene non siano stati rilevati livelli significativamente elevati per l’omocisteina, è stato invece riscontrato un livello piuttosto basso di folati e uno elevato di vitamina B12 nel gruppo dei pazienti affetti dalla patologia.

I parametri dell’ossidazione come nuovo possibile elemento per la prevenzione dell’osteoporosi

I risultati riportati nella pubblicazione mostrano come il bilanciamento tra i fattori ossidanti e quelli antiossidanti potrebbero essere utilizzati nella pratica clinica non solo come metodo diagnostico per la patologia, ma anche come utile strumento per la prevenzione efficace della malattia. In questo modo, sarebbe possibile non solo evitare un carico importante sul sistema sanitario nazionale derivato dalla gestione dei pazienti con osteoporosi post-menopausa, ma porterebbe anche ad una nuova strategia nel trattamento dei pazienti affetti dalla malattia.

Fonte:

Zhao F, Guo L, Wang X, Zhang Y. Correlation of oxidative stress-related biomarkers with postmenopausal osteoporosis: a systematic review and meta-analysis. Arch Osteoporos. 2021 Jan 5;16(1):4. doi: 10.1007/s11657-020-00854-w. PMID: 33400044.

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