venerdì, Aprile 19, 2024
SpecialitàodontoiatriaMalattia parodontale e osteoporosi in pazienti trattati con acido zoledronico

Malattia parodontale e osteoporosi in pazienti trattati con acido zoledronico

La somministrazione di acido zoledronico associata a una corretta gestione dell'igiene orale si è dimostrata efficace nella prevenzione della malattia parodontale sintomatica

È stato condotto uno studio clinico randomizzato per valutare se l’acido zoledronico combinato con il mantenimento della salute orale possa migliorare la malattia parodontale associata all’osteoporosi, riducendo altresì il rischio di perdita dei denti.

Il processo dinamico di rimodellamento osseo viene mantenuto attraverso un equilibrio controllato tra formazione ossea e riassorbimento osseo, ma in pazienti con osteoporosi il riassorbimento osseo avviene più velocemente della formazione ossea, portando a una maggiore fragilità ossea e a un aumentato rischio di fratture.

Nella malattia parodontale, il riassorbimento dell’osso alveolare è invece indotto da reazioni infiammatorie che si verificano in risposta a un’infezione localizzata causata da scarsa igiene orale.

Numerosi studi condotti in tutto il mondo hanno indicato una stretta associazione tra osteoporosi e malattia parodontale.

L’acido zoledronico è un bisfosfonato di terza generazione (BP); se somministrato una volta all’anno per via endovenosa ha un potente effetto antiriassorbimento. Uno studio multicentrico internazionale (HORIZON-PFT), ha dimostrato che la somministrazione di acido zoledronico per un periodo di tre anni ha ridotto il rischio di nuove fratture vertebrali del 70% e di fratture dell’anca del 41%. Analogamente, lo studio clinico ZONE (ZOledroNate treatment in Efficacy to osteoporosis) ha valutato gli effetti dell’acido zoledronico sul rischio di frattura in pazienti giapponesi: la somministrazione di due anni di questo farmaco ha ridotto l’incidenza di nuove fratture vertebrali del 66%.

Scopo

Per dimostrare l’effetto sinergico dell’uso di bifosfonati e di una corretta igiene orale, sono stati condotti studi clinici randomizzati su piccola scala (Effect of Alendronate on Periodontal Disease in Postmenopausal Women: A Randomized Placebo-Controlled Trial; Bisphosphonate Therapy Improves the Outcome of Conventional Periodontal Treatment: Results of a 12-Month, Randomized, Placebo-Controlled Study) che hanno confermato l’efficacia della combinazione delle due azioni nel miglioramento del disturbo infiammatorio, ma non nel miglioramento della malattia parodontale sintomatica che si manifesta clinicamente con gonfiore, sanguinamento, dolore e/o mobilità dei denti.

Inoltre, in pazienti con osteoporosi in terapia con bisfosfonati è dimostrato un aumento del rischio di osteonecrosi della mascella (ONJ) che aumenta considerevolmente in presenza di un dente con sintomi clinici di parodontite (Periodontal disease as a risk factor for bisphosphonate-related osteonecrosis of the jaw, Prevalence, initiating factor, and treatment outcome of medication-related osteonecrosis of the jaw—a 4-year prospective study). Se l’utilizzo di bisfosfonati in combinazione con una corrette gestione dell’igiene orale può migliorare la malattia parodontale sintomatiaca, è quindi anche probalible che il rischio di ONJ possa diminuire, così come il rischio di perdita di denti.

Scopo dello studio in oggetto era determinare se la somministrazione di acido zoledronico una volta all’anno in combinazione con un’adeguata gestione dell’igiene orale possa migliorare la malattia parodontale sintomatica e ridurre il rischio di perdita dei denti rispetto al placebo.

Metodi

I partecipanti erano quelli dello studio ZONE (ZOledroNate treatment in Efficacy to osteoporosis), nel quale tutti i pazienti hanno ricevuto cure professionali per per l’igiene orale e trattamenti dentali prima e durante la sperimentazione. Nessuno dei partecipanti presentava una malattia parodontale sintomatica al basale. I partecipanti hanno ricevuto acido zoledronico (5 mg; n = 333 [maschio 21, femmina 312]) o placebo (n = 332 [maschio 19, femmina 313]) una volta all’anno per due anni e la loro età era di 74,0 ± 5,3 (65- 88) e 74,3 ± 5,4 (65-87) anni, rispettivamente. Per analizzare gli eventi avversi sono stati inclusi tutti i casi. I test di significatività sono stati condotti utilizzando il test esatto di Fisher (P <0,05).

Risultati

L’incidenza di eventi avversi orali è stata significativamente più alta nel gruppo di controllo (67 casi, 20,2%) rispetto al gruppo di pazienti che hanno assunto acido zoledronico (47 casi, 14,1%; P = 0,04). La frequenza della malattia parodontale sintomatica osservata durante lo studio è stata significativamente più alta nel gruppo di controllo (40 casi, 12,0%) rispetto al gruppo trattato con acido zoledronico (18 casi, 5,4%; P = 0,002). La perdita dei denti è stata più frequente nel gruppo di controllo (36 casi, 10,8%) rispetto al gruppo dell’acido zoledronico (24 casi, 7,2%), sebbene la differenza non fosse significativa.

Conclusioni

I risultati dello studio dimostrano che l’acido zoledronico è stato più efficace del placebo nel prevenire la malattia parodontale sintomatica nei pazienti con osteoporosi che hanno mantenuto una buona igiene orale.

Questi risultati hanno anche mostrato che l’acido zoledronico potrebbe essere più efficace del placebo nel prevenire la perdita dei denti. Poiché l’acido zoledronico può prevenire la malattia parodontale sintomatica se combinato con una buona gestione dell’igiene orale, è possibile che le procedure eseguite in questo studio possano sopprimere lo sviluppo di ONJ.

Bibliografia

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