giovedì, Marzo 28, 2024
SpecialitàortopediaL’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’edema midollare dell’osso

L’ossigenoterapia iperbarica nel trattamento dell’edema midollare dell’osso

Durante il convegno di BoneHealth del gennaio 2022 Andrea Giovanniello ha riassunto benefici e controindicazioni dell’ossigenoterapia iperbarica, focalizzandosi sul suo impiego nel bone marrow edema nel ginocchio

L’ossigenoterapia iperbarica è un trattamento che migliora l’apporto di ossigeno molecolare ai tessuti, consentendone il corretto funzionamento. È indicata anche per alcune condizioni dell’osso, come l’edema midollare dell’osso (anche edema osseo o bone marrow edema, BME). In occasione del convegno di BoneHealth del gennaio 2022 “Edema osseo del ginocchio: strategie terapeutiche“, ne ha parlato, riassumendo la letteratura sul tema, Andrea Giovanniello, anestesista e responsabile del Servizio di Medicina Iperbarica presso la Casa di Cura I Cedri di Fara Novarese e anestesista presso lo studio Cinzia Torchio.

 

Cos’è l’ossigenoterapia iperbarica?

L’ossigeno molecolare è fondamentale per il corretto funzionamento dei tessuti. L’ossigenoterapia iperbarica è definita come la respirazione intermittente con ossigeno molecolare a concentrazione al 100% in camere iperbariche, ovvero ambienti pressurizzati a oltre 1,4 atmosfere assolute (ATA), in genere 2 o 3. Normalmente, una seduta di ossigenoterapia iperbarica ha una durata di 1-2 ore e ha prescrizione quotidiana, salvo che in alcuni casi, in cui si può arrivare a ripetere la terapia 3 volte al giorno.

Non esistono linee guida stringenti sulla quantità di sedute da effettuare, nemmeno in regime di emergenza. Dalla letteratura si hanno alcuni riscontri: ad esempio, sembra che non sia efficace superare i 2 cicli (50 terapie circa) per l’edema del ginocchio, mentre può essere utile nella testa femorale e in forme più avanzate di malattia (70 trattamenti). Tuttavia, ogni caso è a sé: è bene effettuare risonanze di controllo a metà della terapia, per studiare la situazione.

L’ossigenoterapia iperbarica migliora l’ossigenazione, per cui è indicata nelle patologie in cui un tessuto emerge essere ipossico. L’ossigenazione del tessuto scheletrico è fondamentale per il corretto metabolismo e il corretto turnover osseo, infatti si osserva che in condizioni di ipossia prevale l’attività degli osteoclasti. In Italia rientra nei livelli essenziali di assistenza e sono riconosciute solo camere iperbariche multiposto.

 

Effetti dell’ossigenoterapia iperbarica

Si crea, in questo modo, una vera e propria via alternativa al trasporto dell’ossigeno molecolare ai tessuti.

L’ossigeno molecolare ha la funzione di un farmaco e la camera iperbarica quella di un dosatore. Infatti, la respirazione in ambiente iperbarico, grazie alla legge di Henry, comporta il discioglimento dell’ossigeno molecolare in grande quantità all’interno del plasma sanguigno, così che può ossigenare anche organi che si sospettano essere in ipossia. Non aumenta l’ossigeno combinato con l’emoglobina, mentre la pressione arteriosa parziale risulta aumentare linearmente con l’ossigeno disciolto nel plasma:

  • 1 ATA: 1,7 ml (PaO2 = 600 mmHg);
  • 2 ATA: 3,7 ml (PaO2 = 1218 mmHg);
  • 3 ATA: 5,6 ml (PaO2 = 1864 mmHg).

Questo trattamento comporta la liberazione di grandi quantità di ROS (radicali liberi dell’ossigeno), che sono sfruttati a livello cellulare: l’aumento nel rilascio di scavenger nei ROS è responsabile di gran parte dell’azione positiva dell’ossigenoterapia iperbarica. Un’alimentazione equilibrata consente di bilanciare gli eventuali effetti negativi.

 

Camera iperbarica ed edema osseo

La SIMSI, società nazionale di settore, inquadra le patologie in cui è indicato l’uso dell’ossigenoterapia iperbarica. Tra queste sono incluse le forme iniziali di osteonecrosi avascolare asettica e delle sindromi algodistrofiche, spesso caratterizzate dalla presenza di edema subcondrale. La letteratura che indaga il legame tra uso di camera iperbarica, e conseguente rilascio di ROS, ed edema midollare dell’osso è approfondita, con un rilevante contributo anche da parte dell’Italia.

L’ossigenoterapia iperbarica emerge agire in diversi modi.

  • Sul sistema RANK/RANKL/OPG (osteoprotegerina), coinvolto nell’equilibrio fra attività osteoclastica e osteoblastica, promuovendo l’osteogenesi e l’azione degli osteoblasti. Il lavoro italo-statunitense Vezzani e colleghi del 2017 ha indagato pazienti con osteonecrosi avascolare asettica di testa femorale in stadio iniziale, in cui l’uso di ossigenoterapia iperbarica è risultato in un aumento statisticamente significativo dei valori sierici di osteoprotegerina (mentre i valori del ligando RANKL non risultavano cambiati).
  • L’ossigenoterapia iperbarica ha un effetto di vasocostrizione sia a livello arteriolare sia venulare, per cui riduce l’edema lesionale e perilesionale.
  • Questa terapia mostra un effetto antinfiammatorio: emerge ridurre le citochine (TNF-α, interleuchina-6), migliorando l’edema dell’osso subcondrale.

Nel 2018, Bosco, Vezzani e colleghi hanno pubblicato una ricerca retrospettiva in 37 pazienti con osteonecrosi femorale asettica di condilofemorale idiopatica in stadi iniziali (staging di Aglietti I e II), sottoposti a sedute in camera iperbarica a 2,5 ATM per un’ora al giorno per 5 giorni a settimana, in diverse sedute intervallate da sospensioni. I ricercatori hanno misurato lo score Oxford Knee di base e dopo ogni seduta di ossigenoterapia, osservando miglioramenti funzionali statisticamente significativi, in particolare dopo il secondo ciclo, mentre non ne risultano tra il secondo e il terzo. Con lo staging di Aglietti hanno rilevato una riduzione statisticamente significativa (rispetto al tempo zero) delle dimensioni del focolaio osteonecrotico e l’estensione dell’edema osseo entro un anno e a 7 anni di distanza dal trattamento, di entità paragonabili.

 

Limiti e vantaggi dell’ossigenoterapia iperbarica

L’ossigenoterapia iperbarica è una terapia sicura, che non presenta particolari effetti collaterali. Le controindicazioni includono essenzialmente pneumotorace spontaneo non drenato, anamnesi positiva per pazienti con problematiche epilettiformi e casi gravi di claustrofobia, in cui la persona non sopporta il trattamento nemmeno sotto sedazione. Più spesso, può comportare disagi a chi vi si sottopone:

  • è un trattamento che risulta noioso;
  • spesso è di lunga durata;
  • i centri di ossigenoterapia iperbarica sono relativamente pochi, per cui spesso il trasferimento per i pazienti è impegnativo in termini di tempo, in particolare nei trattamenti di più lunga durata.

In ogni caso, l’ossigenoterapia iperbarica è una terapia conservativa efficace e sicura, da sfruttare nel trattamento del bone marrow edema del ginocchio e dell’osteonecrosi avascolare asettica di condilo femorale nelle sue fasi iniziali, preferibilmente con un approccio multidisciplinare perché i pazienti abbiano il miglior esito possibile.

L’ossigenoterapia iperbarica deve rappresentare una strategia terapeutica conservativa di tipo alternativo o integrativo ad altre strategie terapeutiche conservative per il trattamento dell’edema osseo del ginocchio e per le forme iniziali di osteonecrosi avascolare asettica di condilo femorale.

 

Fonte: convegno BoneHealth 22 gennaio 2022

 

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