giovedì, Marzo 28, 2024
SpecialitàdietologiaBere troppe bibite gasate fa male alle ossa

Bere troppe bibite gasate fa male alle ossa

Un ampio studio californiano ha dimostrato che consumare in media più di due porzioni di bibite analcoliche gasate al giorno è potenzialmente associato a un rischio maggiore di frattura dell'anca tra le donne in postmenopausa.

Un gruppo di ricercatori californiani ha effettuato uno studio prospettico, dimostrando che l’elevato consumo di soft drink gassati (soda) è associato a un modesto aumento del rischio di frattura dell’anca, ma a nessuna differenza nei t-score di anca o colonna vertebrale.

Negli Stati Uniti i tassi di consumo di bevande analcoliche gasate, seppure in calo, continua a essere consistente: nel 2017 negli Stati Uniti è stato registrato il più elevato consumo di soda al mondo, dopo l’Argentina, con 157 litri di soft drink assunti per persona all’anno (Countries With The Highest Levels Of Soft Drink Consumption).

L’aumento del consumo di bibite gassate è stato associato a una minor densità minerale ossea (BMD) e a un incremento dei tassi di fratture ossee negli studi su bambini e giovani adulti [1-4]. Tuttavia, alcuni studi clinici e studi trasversali non hanno trovato associazioni significative tra bevande gassate e osteoporosi, [5-7] e altri hanno suggerito che il rischio di riduzione della BMD è aumentato solo per alcuni tipi di bevande, come le cole, ma non per tutte le bevande analcoliche [8-9].

Un ampio studio trasversale su 2.500 uomini e donne di età compresa tra 30 e 86 anni ha riferito che l’assunzione di cola era associata a una BMD significativamente più bassa nell’anca, ma non nella colonna vertebrale, e tra le donne, ma non tra gli uomini [9]. Associazioni simili sono state osservate per le cole a basso contenuto calorico, ma nessuna associazione è stata trovata tra bevande analcoliche non-cola e BMD. Uno studio prospettico di 73.572 donne in postmenopausa che hanno partecipato allo Nurses’ Health Study ha riportato un aumento del rischio del 14% di frattura dell’anca per ogni porzione aggiuntiva giornaliera di qualsiasi tipo di soda tra cui bibite normali e dietetiche, bibite contenenti caffeina e non-cole [10].

Pertanto le prove di correlazione tra consumo di diversi tipi di bevande analcoliche e BMD e fratture nelle donne in postmenopausa sono scarse e contrastanti. Gli autori dello studio in oggetto dichiarano inoltre di non essere a conoscenza di studi precedenti che avessero esaminato l’associazione tra assunzione di soda e BMD e fratture.

Obiettivi dello studio

L’elevato consumo di bevande analcoliche è stato associato a una minore densità minerale ossea tra le donne in postmenopausa. Lo studio ha esplorato l’associazione tra consumo di soft drink gasati, livelli di BMD dell’anca e della colonna vertebrale e fratture accidentali in questa popolazione, in un periodo di follow-up fino a 16 anni.

Metodi

Lo studio è stato condotto su 72.342 donne in postmenopausa, con un follow-up mediano di oltre 11,9 anni, partecipanti allo studio osservazionale Women’s Health Initiative (WHI).

Per esaminare le associazioni trasversali tra il consumo di bevande analcoliche e la densità minerale ossea dell’anca e della colonna lombare sono stati utilizzati più modelli di regressione lineare. Per esaminare l’associazione del consumo di bevande analcoliche e le fratture dell’anca sono stati utilizzati modelli di regressione di Cox.

Risultati

Non sono state rilevate associazioni tra consumo di soft drink e t-score dell’anca o della colonna vertebrale. Durante i 700.388 anni-persona di follow-up, si sono verificate 2.578 fratture dell’anca. I rapporti di rischio aggiustati per la frattura dell’anca per la categoria di consumo più elevata rispetto a nessun consumo sono stati 1,26 (intervallo di confidenza al 95% [CI] 1,01-1,56) per i soft drink gasati totali e 1,32 (IC al 95% 1 – 1,75) per i soft drink gasati senza caffeina. Non c’è stata associazione tra soft drink gasati contenenti caffeina e frattura dell’anca (hazard ratio = 1,16; IC 95% 0,86-1,57). Nei modelli completamente adattati, tra le categorie di consumo di soft drink gasati e rischio di frattura dell’anca non vi è stato alcun trend lineare apparente, suggerendo un effetto soglia. Per tutte e tre le categorie di assunzione di soft drink gasati è stata osservata un’associazione significativa con le fratture dell’anca.

Conclusioni

Consumare mediamente più di due porzioni di bibite al giorno ha mostrato potenziali associazioni con un rischio maggiore di frattura dell’anca tra le donne in postmenopausa.

Lo studio prospettico ha dimostrato che l’elevato consumo di bevande analcoliche gasate è associato a un modesto aumento del rischio di frattura dell’anca, ma non ha fatto rilevare nessuna differenza nei t-score dell’anca o della colonna vertebrale. Gli autori fanno notare che la popolazione di donne statunitensi consuma probabilmente una maggior quantità di soft drink gasati rispetto a quelle aderenti al WHI che hanno partecipato allo studio (solamente il 4,9% di queste ultime consuma complessivamente oltre 14 porzioni a settimana di bibite analcoliche gasate).

Sono necessarie ricerche più approfondite per quantificare i rischi del consumo di soft drink gasati nell’età adulta, distinguendo l’assunzione di bibite analcoliche gasate contenenti zucchero, le cole dalle non-cole e le bevande gassate da quelle non gasate. Sono inoltre necessarie ulteriori ricerche per identificare i meccanismi biologici che potrebbero essere coinvolti in questi risultati.

Lo studio

Kremer P., Laughlin G.A., Shadyab A., Crandall C. et al. Association between soft drink consumption and osteoporotic fractures among postmenopausal women. Menopause November 2019 – Volume 26 – Issue 11 – p 1234–1241

Riferimenti bibliografici

  1. Wyshak G. Teenaged girls, carbonated beverage consumption, and bone fracturesArch Pediatr Adolesc Med 2000; 154:610–613.
  2. Wyshak G, Frisch RE, Albright TE, Albright NL, Schiff I, Witschi J. Nonalcoholic carbonated beverage consumption and bone fractures among women former college athletesJ Orthop Res 1989; 7:91–99.
  3. Wyshak G, Frisch RE. Carbonated beverages, dietary calcium, the dietary calcium/phosphorus ratio, and bone fractures in girls and boysJ Adolesc Health 1994; 15:210–215.
  4. Sámano R, Rodríguez Ventura AL, Godínez Martínez EY, et al. Association of consumption of carbonated beverages and decalcification in woman on reproductive and non-reproductive age of Mexico CityNutr Hosp 2013; 28:1750–1756.
  5. Schoppen S, Pérez-Granados AM, Carbajal A, De la Piedra C, Pilar Vaquero M. Bone remodelling is not affected by consumption of a sodium-rich carbonated mineral water in healthy postmenopausal womenBr J Nutr 2005; 93:339–344.
  6. Supplee JD, Duncan GE, Bruemmer B, Goldberg J, Wen Y, Henderson JA. Soda intake and osteoporosis risk in postmenopausal American-Indian women. Public Health Nutr 2011; 14:1900–1906.
  7. Kim SH, Morton DJ, Barrett-Connor EL. Carbonated beverage consumption and bone mineral density among older women: the Rancho Bernardo studyAm J Public Health 1997; 87:276–279.
  8. Ogur R, Uysal B, Ogur T, et al. Evaluation of the effect of cola drinks on bone mineral density and associated factorsBasic Clin Pharmacol Toxicol 2007; 100:334–338.
  9. Tucker KL, Morita K, Qiao N, Hannan MT, Cupples LA, Kiel DP. Colas, but not other carbonated beverages, are associated with low bone mineral density in older women: the Framingham osteoporosis study. Am J Clin Nutr 2006; 84:936–942.
  10. Fung TT, Arasaratnam MH, Grodstein F, et al. Soda consumption and risk of hip fractures in postmenopausal women in the Nurses’ Health Study. Am J Clin Nutr 2014; 100:953–958.

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